Chi si occupa di web marketing sa perfettamente che spesso sono le mode e non le valutazioni ragionate e lungimiranti a determinare le scelte di aziende, manager e professionisti.
Da quando la rivoluzione digitale è arrivata a stravolgere le nostre vite, tanta acqua è passata sotto i ponti e ne abbiamo viste di tutti i colori ma, ahimè, non abbiamo ancora imparato la lezione.
Non c’è successo senza progettualità
All’inizio sembrava che fosse sufficiente avere un sito o un eCommerce per ottenere un successo stratosferico (la bolla del dot com), poi tutti hanno cercato l’oro sui motori di ricerca, in seguito è stata l’ora dei blog e dei social, infine sono arrivate le app, le piattaforme di instant messaging ed ora l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, e chi più ne ha più ne metta. Ogni nuovo arrivo sembra nascondere la pietra filosofale in grado di trasformare il destino personale e/o dell’azienda in oro.
Ragionamento analogo può essere fatto per le discipline che si sono sviluppate intorno agli strumenti menzionati in precedenza: prima tutti Web Master, poi tutti Blogger, in seguito tutti SEO e SEM Specialist, successivamente tutti eCommerce Marketer, a seguire tutti Social Media Marketer, infine tutti Inbound Marketer o esperti in lead generation, poi tutti Growth Hacker o Performance Marketer, ora tutti Funnel Marketer o Affiliate Marketer Specialist e la lista potrebbe continuare (e sicuramente continuerà).
Seguendo chimere senza progettualità, costanza, impegno in molti si sono scottati ed hanno perso uno dei pochi treni in grado di assicurare un presente ed un futuro alle proprie imprese o carriere: quello del digital marketing.
Per inciso: non ho niente contro chi voglia innovare ed esplorare, anzi, ritengo che ognuno dei canali, degli strumenti, delle tecniche menzionate possano avere un loro valore e possano rivelarsi ottime opportunità.
Ritengo che l’innovazione ‘ragionata’ sia un potente motore di crescita.
Anche il vantaggio di essere first mover non è trascurabile: meglio sfruttare un canale, una tecnica di marketing, un tool, se realmente efficaci, prima che lo facciano altri.
Ma uno strumento rimane uno strumento, una tattica rimane una tattica, un canale rimane un canale: sono tutti mezzi e non sono i fini dell’attività dell’imprenditore e del professionista.
Nessuna strada ti porterà a destinazione se non sai dove vuoi andare e non prepari le giuste scarpe per arrivare alla meta.
Qual è la meta?
Le finalità che l’imprenditore, il manager o il professionista deve porsi come obiettivo sono le stesse da sempre:
- aumentare i guadagni(da reinvestire nell’azienda);
- ridurre i costi(non gli investimenti);
- assicurarsi la sostenibilità del business nel breve e lungo periodo;
- mantenere i clienti nel tempo(magari deliziandoli);
- invogliare i clienti a tornare e spendere di più (upsellig a cross selling);
- aumentare i clienti(ridurne ai concorrenti) e quote di mercato;
- creare un posizionamento ed una percezione del brand in grado di generare valore nel tempo.
Il lavoro del marketer online ed offline deve essere rivolto a raggiungere almeno uno di questi obiettivi (molto meglio se tutti contemporaneamente).
Come?
Non esiste una soluzione universalmente valida: ogni strategia di marketing (ed il web marketing non fa eccezione) va cucita su misura.
Se l’imprenditore non ha chiaro il progetto, le finalità che vuole raggiungere, il budget a disposizione, l’orizzonte temporale dell’investimento, non ha senso intraprendere alcuna attività alla cieca.
Il blog SEO oriented che ha fatto la fortuna di Aranzulla, Giallozafferano, Donnamoderna ed altre migliaia di realtà potrebbe non essere la soluzione ideale per la tua azienda o la tua professione (perché magari i tuoi concorrenti hanno intrapreso la strategia molto prima di te ed hanno intasato le pagine dei risultati delle ricerche di Google).
Facebook, che è stato il trampolino di lancio “gratuito” delle fashion blogger, potrebbe non essere il canale giusto per te (perché magari nel frattempo sono cambiati gli algoritmi).
Instagram, che in determinati settori (foto, design, moda, cosmesi, arte, ecc) può essere un toccasana, magari non si addice al tuo mercato: YouTube potrebbe essere un interessantissimo canale di acquisizione/branding.
I siti di comparazione prezzi, che hanno decretato il successo di aziende in grado di vincere la guerra dei prezzi e sviluppare anche algoritmi ad hoc per assicurarsi di poter battere la concorrenza, magari non sono il canale adatto alle tue dimensioni.
Stare su Amazon (o su un portale verticale) potrebbe avere un senso per alcuni, meno senso per altri.
Per portare a casa il risultato e per capire a cosa dare la priorità, a tali valutazioni si deve affiancare uno studio preliminare sulla salute (digitale e non) dell’azienda e di quella della sua concorrenza.
Bisogna valutare attentamente la situazione iniziale di partenza (SWOT analisys):
- l’azienda è leader?
- Ha una buona reputazione?
- Come sono percepiti i suoi prodotti o servizi?
- Com’è messo il sito? È in grado di convertire?
- Il management o la proprietà hanno dimistichezza con il mondo digitale? C’è una conoscenza di canali e strumenti?
- C’è qualcuno in grado di scrivere contenuti e/o gestire i social?
Se davvero vuoi trovare la tua strada digitale devi vagliare attentamente molti aspetti.
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